Oggi è sempre più frequente il ricorso a procedure di recupero crediti, che passano attraverso solleciti di pagamento e atti di precetto, dal momento che per le aziende o i liberi professionisti è difficile incassare il corrispettivo per la vendita di beni o l’erogazione di servizi.
Se il pagamento non viene effettuato entro i termini, il creditore ha diritto a vedersi riconosciute le spese per il recupero della somma, forfettariamente indicate in 40 euro anche se è possibile aggiungere altri costi sostenuti. Il creditore può inviare al debitore un sollecito di pagamento della fattura, servendosi preferibilmente di metodi di spedizione in grado di attestare l’avvenuta ricezione del documento, quali raccomandata a/r, posta elettronica certificata o fax. Per la gestione delle fatture insolute si può ricorrere a KS Fattura professionista PLUS o Azienda.
La lettera di sollecito deve contenere: dati identificativi del creditore; importo, numero e data della fattura insoluta; numero delle precedenti lettere di sollecito eventualmente inviate.
Il primo sollecito può avere tono bonario, quasi una nota informativa. In caso di raccomandata o lettera, e di indicazione di un importo oltre i 77,47 euro, si deve apporre marca da bollo da 2 euro. Ciò non è dovuto in caso di indicazione della fattura insoluta ma non dell’importo, o se questo è evidenziato ma inferiore alla cifra indicata.
Il secondo sollecito deve essere più deciso e contenere l’invito a saldare il più presto l’importo, con imposta di bollo con le medesime modalità della prima notifica. Può essere preferibile minacciare il ricorso alle vie legali in caso di mancato pagamento e si deve richiamare numero e data del sollecito già inviato.
Se nemmeno il secondo sollecito va a buon fine è opportuno rivolgersi a un legale, che attraverso raccomandata a/r costituisce in mora il creditore. In questo caso è obbligatorio indicare le somme dovute e, se superano 77,47 euro, apporre marca da bollo da 2 euro da annullare con inchiostro indelebile.
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